"La grossa novità di questa pellicola consiste nell’aver assunto il punto di vista di un ragazzino per trattare degli argomenti grossi come l’emigrazione, il divario tra primo e terzo mondo, l’altruismo e l’egoismo, l’impossibilità di suddividere l’umanità in buoni e cattivi. In particolare quest’ultimo punto sembra molto sottolineato dal regista. All’inizio della vicenda Sandro, che vive in una famiglia ricca, pur senza essere viziato, ma considera il benessere in cui è cresciuto come un dato di fatto, col procedere delle sue disavventure scopre in prima persona che esiste la povertà vera, la disperazione, un mondo del tutto lontano dalle rassicuranti pareti domestiche, dal recinto della villa con piscina in cui vive, dalla fabbrichetta del padre dove pure trovano lavoro diversi extracomunitari ormai inseriti nel nostro sistema di vita. L’esperienza che fa gli permette di aprire gli occhi e vedere oltre: vedere e toccare, sperimentare sulla propria pelle la vita degli ultimi, diventare – come direbbe Charles De Foucauld – «come loro». E questo sguardo è spoglio di ogni retorica, non ha pregiudizi o ideologie da proporre: ciò che Sandro soprattutto impara è a conoscere gli altri, gli esseri umani che non sono mai del tutto buoni o del tutto cattivi: tutti gli appariranno diversi da come li conosceva, sia i genitori (prima disponibili ad uno slancio di generosità, poi pronti a tornare sui loro passi) sia i due fratelli rumeni (in particolare Radu, capace di azioni eroiche e orribilmente malvagie)." http://www.siti.chiesacattolica.it
N.B. La visione del film è adatta anche per un pubblico giovane a partire da 12 anni